Kaldi e le sue capre
C’ era una volta, tanto tempo fa, un pastore abissino di nome Kaldi che pascolava il suo gregge intorno alla città yemenita di Mokha.
Kaldi si stupì molto quando vide ballare come matte le sue capre tutta la notte dopo aver brucato i frutti rossi di un grosso cespuglio che cresceva con abbondanza nella zona.
Il pastore, sorpreso e incuriosito, raccolse alcune di quelle bacche e le portò al monastero di Cheodet per cercare di carpire il loro segreto.
Il priore del monastero, l’abate Yahia, non dando credito al racconto del pastore e temendo che fosse
opera del diavolo, gettò nel fuoco le bacche, le quali, una volta abbrustolite, inaspettatamente cominciarono ad emanare un intenso e piacevole aroma.
Le bacche vennero allora recuperate e messe in acqua in infusione; così si scoprì che se ne poteva ricavare una bevanda nera, dal gusto molto gradevole, la quale poteva essere somministrata ai monaci del convento in modo che ne risultassero rinvigoriti e potessero pregare tutta la notte senza addormentarsi.
La bevanda ottenuta venne chiamata kahwa.
Maragogype: il " chicco elefante "
Il caffè dal chicco più grande al mondo (30-40% in più): il chicco Elefante. Ma non è questa l' unica particolarità del Maragogype.
Questo prodotto straordinario nasce nella foresta brasiliana ed è il risultato di una mutazione naturale dell’Arabica Typica, scoperta intorno al 1860.
Anche la pianta del Maragogype è più grande del normale, tanto da far sembrare minuscole le altre varietà.
Le foglie sono di colore brillante e le ciliegie, rosso scarlatto, producono grani dalle sfumature dal verde giada al bruno chiaro.
Dopo la sua scoperta, intorno al 1860, Maragogype ha subito in Brasile diversi incroci che ne hanno trasformato l’identità.
Questa varietà di caffè ha conosciuto in passato una espansione incredibile che l' ha portata oltre i confini del natio Brasile; nel 1883 era presente anche nella serra tropicale dei giardini botanici reali di Kew a Londra.
Uno dei problemi però di questa pianta è la non facile coltivazione, la sua fragilità che richiede cure costanti pur assicurando una resa scarsa.
Maragogype oggi è quindi poco considerato dai coltivatori, rischia addirittura l' estinzione. I coltivatori sono portati a preferire prodotti di più facile gestione e che garantiscono quantità elevate di raccolto con poco investimento.
Le zone di produzione del chicco Elefante oggi più importanti sono Nicaragua, Guatemala e Messico.
Il risultato della torrefazione del Maragogype è qualche cosa di speciale, sarebbe veramente un peccato rischiare di perderlo.
Questo caffè, della varietà Arabica, ha un basso contenuto di caffeina e unisce ad una buona acidità anche un giusto livello di amaro. E' un caffè di straordinaria morbidezza, raffinato ed elegante.
Una tazza di caffè che non passa inosservata.
La vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente.
( Anonimo)
Nel 1570 – il caffè viene introdotto in Europa da un illustre medico e botanico dell’ epoca, Prospero Alpini, che si adoperò per diffondere la bevanda a Venezia.
Alpini, nato a Marostica nel 1553 e deceduto a Padova nel 1616, fu medico e quarto prefetto dell’ Orto Botanico di Padova e fu autore di importanti libri di botanica come
“ Raffinate preziosità per ricercati aromi “.
Venezia fu quindi la prima città italiana ad apprezzare il caffè e ad avere spazi pubblici in cui poterlo gustare. Ben presto le botteghe del caffè divennero molto popolari; la più antica, il Caffè Florian, ha continuato a offrire la preziosa bevanda fino a oggi sotto i portici di Piazza San Marco.
In Italia, fra gli aristocratici, il caffè divenne presto un dono prezioso da offrire come simbolo di amicizia o di amore.
La cultura del caffè si diffuse subito in tutta la penisola e anche altre città ebbero le loro “case del caffè”: Per citarne alcuni: il Caffè Greco a Roma, il Caffè San Carlo a Torino e, naturalmente, il Caffè Pedrocchi a Padova.
Personaggi famosi e uomini di lettere avevano l’abitudine di trascorrervi il loro tempo, conferendo così a questi luoghi ulteriore fama e fascino.
E se mi facessi un Caffè ?
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